Very elegant but all wrong, and so very chic: Miuccia Prada called it so, and we to go along. There is tailoring in this new Miu Miu collection, but it is hidden, deliberately ruined. The fabrics are wrinkled, those beautiful like the duchesse silk indeed ruined by 5-6 treatments. The poor ones such as denim, instead treated as if they were precious.
Molto elegante ma tutta sbagliata, e quindi molto chic: Miuccia Prada l'ha definita così, e noi la ssecondiamo. C'é sartorialità in questa nuova collezione Miu Miu, ma è nascosta, volutamente rovinata. I tessuti sono stropicciati, quelli belli come la duchesse di seta addirittura rovinati da 5-6 trattamenti. Quelli poveri, come il denim da jeans, trattati invece come fossero preziosi.
Miuccia ha fatto intingere nella pittura cappe di seta e perfino visoni (si sappia: la pelliccia estiva è il massimo per una modaiola) con il coraggio di macchiare tutto. L'eleganza alternativa di Miu Miu chiude la kermesse parigina del pret-a-porter per l'estate 2013, sfilando al Palais d'Iena, su una grandiosa passerella in legno a più dislivelli, creata dallo studio Oma di Rem Koolhaas come opera architettonica che invade lo spazio interno del palazzo progettato alla fine degli Anni 30 dall'architetto August Perret (la struttura verrà usata per una mostra a lui dedicata, che verrà organizzata proprio da Prada).
La scelta invadente non è casuale: è un confronto forte tra passato e presente, come anche la collezione di Miuccia, con la violenza delle lavorazioni tie-dye, è un'invasione di campo nella tradizionale couture. Se ne è vista un po' tanta a Parigi "dove tutti vogliono far rivivere i couturier di un tempo" commenta ironica la signora. Lei invece preferisce la moda, quella da eterna cattiva ragazza, stavolta anche aggressiva e super-chic, con scarpe affilate e alte sui tacchi a rocchetto, o piatte e un po' buffe per la lunghezza eccessiva della punta.
Gonne sotto al ginocchio o anche al polpaccio per i tailleur di cotone bianco rovinato, giacche svasate con maniche al gomito, spolverini di seta a macchie tie-dye (é la tecnica orientale che annoda e isola una parte del tessuto, per tingerlo con un risultato di decoro irregolare e di stropicciatura) ma anche tante stole di visone che sembrano di peluche, colorato e sporcato da un bambino. Soprabiti senza bottoni e chiusi da broche, vortici rosa di macchie che diventano fiori astratti sugli abitini neri longuette. Un effetto inedito, ma per ottenerlo un po' di gente ha tremato: lei era sicura del fatto suo, ma i suoi collaboratori meno, le chiedevano "é sicura, vado?", lei rispondeva "vada, intinga ancora" racconta Miuccia, soddisfatta dello strano risultato.
In compenso, invece, il denim lo ha fatto trattare con i guanti (indossati dalle modelle, eleganti e alti fino al gomito) come fosse un materiale raffinato: perfetto e sartoriale, per giacche larghe a campana e a trapezio, allacciato dietro, lungo e svasato, portato con borsetta aggressiva ma signorile, squadrata e piatta con manico o catena di ferro. E' un po' Tippi Hedren questa donna, sembra uscita da qualche disavventura noir di un film di Hitchcock, ma di quelle eroine é una versione moderna, irregolare, capace di alternare sullo stesso vestito le decolleté di raso rosa con i sandali bassi da frate tutti riccamente gemmati.